mercoledì 30 marzo 2016

Il wordcloud del secondo incontro (Tullia Catalan)



4 commenti:

  1. Un bel passaggio di questo incontro che doveva essere, secondo me, evidenziato è stato quando la relatrice ha detto che "la storia siamo noi", noi singoli uomini costruttori di storia, con la nostra quotidianità, con il nostro essere se stessi nelle piccole cose.
    Purtroppo spesso i media riportano solo "i grandi movimenti" dimenticandosi di questi "piccoli eroi". Giusto citare Mao Tse-Tung che diceva "è il popolo che fa la storia". Ricordiamolo.

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  2. La signora in giallo5 aprile 2016 alle ore 13:23

    Sentire l'intervista di Cumin mi ha fatto sentire un tassello lungo una linea tesa nel tempo dove tutto diviene è molto è già stato. Se sospettavo che la storia la facesse il popolo, adesso mi sto convincendo che i primi passi li prende dall'uomo. Da ogni uomo da ogni donna. Grazie

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  3. Spesso il problema sta in come ci presentano la storia, in come ci fanno digerire cifre, date, nomi a scuola. In realtà, e ne sono sempre più convinta dopo anni di questo lavoro, i protagonisti siamo noi, tutti e tutte. Questo però dovrebbe darci anche penso maggiore forza a pensare che possiamo anche cambiare le cose, quando non funzionano. Me ne sono resa conto ad esempio dalla forza dei racconti di alcuni ex deportati, operai ai cantieri di Monfalcone e di Trieste: uomini di 80 anni che ti raccontavano la loro vita ancora con l'entusiasmo di ventenni.

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    1. L'entusiasmo è la prima parola che mi è venuta in mente a conclusione del filmato. Dov'è finita quella forza, quella unione e quella passione che avevano i nostri avi? Quella fatica e quell'impegno per conquistare i privilegi di una vita migliore? Grazie

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