In vista dell’incontro del 21 aprile su
narrazione e racconto di sé, vi lascio una breve riflessione della prof.ssa
Elinor Ochs, nota antropologa e linguista:
“Immagina un mondo senza narrazioni. Vivere senza raccontare agli altri ciò che è accaduto a te o a qualcun altro, e senza riferire ciò che hai letto in un libro o visto in un film […] Immagina perfino di non comporre narrazioni interiori […] No. Un universo simile non è immaginabile, perché significherebbe un mondo senza storia, miti o dramma; e vite senza ricordo, rivelazione, e revisione interpretativa” (E. Ochs, “Narrative” in Discourse as structure and process, Vol. 1, 1997, p. 185)
Ochs ci propone un esperimento mentale, ovvero
immaginare un mondo senza narrazioni e racconti, e si chiede se ciò sia
possibile, offrendo una risposta negativa. E voi che cosa ne pensate? La nostra
esperienza di tutti i giorni è veramente così “intrisa” di narrazioni? È
possibile dare senso, significato al nostro agire e a quello degli altri senza,
in qualche misura, narrarlo? Sarà proprio a partire da quesiti come questi che
proveremo a riflettere assieme sulla componente narrativa, per alcuni innata, di
cui (almeno così è stato sostenuto) sono dotati tutti gli esseri umani, al di
là della loro provenienza ed epoca storica di appartenenza, e su quale ruolo
essa abbia nella nostra vita di tutti i giorni.
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